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Rientro a scuola

Perché l’alunno si deve misurare la temperatura a casa e non a scuola?

Misurare a casa la temperatura corporea prima di recarsi a scuola è una regola importante per tutelare la propria salute e quella degli altri. Consente di prevenire la possibile diffusione del contagio nel tragitto casa-scuola, sui mezzi di trasporto utilizzati, quando si attende di entrare a scuola, o in classe.

Quali azioni vanno intraprese se un alunno manifesta sintomi compatibili con Covid-19 nella sua abitazione?

L’alunno deve restare a casa. I genitori devono informare il Pediatra di libera di scelta o il Medico di medicina generale e devono comunicare l’assenza scolastica per motivi di salute. In caso di sospetto COVID-19, il Pediatra di libera di scelta o il Medico di medicina generale richiede tempestivamente il test diagnostico e lo comunica al Dipartimento di Prevenzione, che provvede all’esecuzione del test diagnostico. Il Dipartimento di Prevenzione si attiva anche per l’approfondimento dell’indagine epidemiologica e le procedure conseguenti.

Quali azioni vanno intraprese se un alunno a scuola manifesta sintomi riferibili a Covid-19?

Le “Indicazioni operative per la gestione di casi e focolai di SARS-CoV-2 nelle scuole e nei servizi educativi dell’infanzia” (messe a punto da ISS, Ministero della Salute, Ministero dell’Istruzione, INAIL, Fondazione Bruno Kessler, Regione Veneto e Regione Emilia-Romagna) prevedono, nel caso in cui un alunno presenti un aumento della temperatura corporea al di sopra di 37,5°C o un sintomo compatibile con COVID-19 in ambito scolastico, le seguenti misure: informare subito il referente scolastico per Covid-19; avvisare subito i genitori dell’alunno; ospitare l’alunno in un’area apposita, in compagnia di un adulto che indossi una mascherina chirurgica; far indossare una mascherina chirurgica all’alunno se ha un’età superiore ai sei anni e se la tollera. Il personale scolastico potrà procedere all’eventuale rilevazione della temperatura corporea mediante l’uso di termometri che non prevedono il contatto.

Che cosa fare una volta riportato l’alunno/a a casa?

La scuola dovrà pulire e disinfettare le superfici della stanza o area di isolamento dopo che l’alunno sintomatico è tornato a casa.

Una volta riportato il figlio/a a casa i genitori devono contattare il Pediatra di libera scelta (PLS) o il Medico di medicina generale (MMG), che dopo avere valutato la situazione, deciderà se è necessario contattare il Dipartimento di prevenzione (DdP) per l’esecuzione del tampone.

Cosa accade ai compagni di classe di un alunno che risulta Covid-19 positivo?

Quando un alunno risulta positivo al test per SARS-CoV-2, il Dipartimento di Prevenzione notifica il caso e si avviano la ricerca dei contatti e le azioni di sanificazione straordinaria della struttura scolastica nella sua parte interessata. Il referente scolastico COVID-19 deve fornire al Dipartimento di Prevenzione l’elenco dei compagni di classe nonché degli insegnanti del caso confermato che vi sono stati a contatto nelle 48 ore precedenti l’insorgenza dei sintomi. I contatti stretti individuati dal Dipartimento di Prevenzione con le consuete attività di contact tracing saranno posti in quarantena per 14 giorni dalla data dell’ultimo contatto con il caso confermato. Il Dipartimento di Prevenzione deciderà la strategia più adatta circa eventuali screening al personale scolastico e agli alunni.

Quando un alunno risultato positivo al test per SARS-CoV-2 potrà rientrare a scuola?

Per il rientro in comunità bisognerà attendere la guarigione clinica (cioè la totale assenza di sintomi). La conferma di avvenuta guarigione prevede l’effettuazione di due tamponi a distanza di 24 ore l’uno dall’altro. Se entrambi i tamponi risulteranno negativi la persona potrà definirsi guarita, altrimenti proseguirà l’isolamento.

Se un alunno che ha manifestato sintomi compatibili con Covid-19 risulta poi negativo al tampone, potrà rientrare a scuola subito?

Se il tampone naso-oro faringeo è negativo in paziente sospetto per infezione da SARS-CoV-2, a giudizio del pediatra o medico curante, si ripete il test a distanza di 2-3 gg. Il soggetto deve comunque restare a casa fino a guarigione clinica e a conferma negativa del secondo test.

Se un operatore scolastico manifesta a scuola sintomi compatibili con Covid-19, cosa succede?

Bisogna assicurarsi che l’operatore scolastico indossi, come già previsto, una mascherina chirurgica; invitarlo ad allontanarsi dalla struttura, rientrando al proprio domicilio e contattando il proprio Medico di medicina generale per la valutazione clinica necessaria. Il Medico curante in caso di sospetto COVID-19 richiede tempestivamente il test diagnostico e lo comunica al Dipartimento di Prevenzione, che provvederà alla sua esecuzione e si attiverà per l’approfondimento dell’indagine epidemiologica e le procedure conseguenti (rintraccio dei contatti, etc.). Gli operatori scolastici hanno una priorità nell’esecuzione dei test diagnostici.

Un operatore scolastico che presenti sintomi compatibili con Covid-19 a casa, cosa deve fare?

Nel caso in cui un operatore scolastico presenti al proprio domicilio sintomi compatibili con COVID-19 deve prima di tutto restare a casa, informare il medico di medicina generale, comunicare l’assenza dal lavoro per motivi di salute, con certificato medico. Il Medico di medicina generale, in caso di sospetto COVID-19, richiede tempestivamente il test diagnostico e lo comunica al Dipartimento di Prevenzione che provvede ad eseguirlo e poi ad attivarsi per l’approfondimento dell’indagine epidemiologica e le procedure conseguenti. Gli operatori scolastici hanno una priorità nell’esecuzione dei test diagnostici.

Quali misure vanno assunte in una scuola dove un alunno o un operatore scolastico risultano SARS-CoV-2 positivi?

Si deve effettuare innanzitutto una sanificazione straordinaria della scuola. La sanificazione va effettuata se sono trascorsi 7 giorni o meno da quando la persona positiva ha visitato o utilizzato la struttura. Si devono chiudere le aree utilizzate dalla persona positiva fino al completamento della sanificazione, aprire porte e finestre per favorire la circolazione dell’aria nell’ambiente, sanificare (pulire e disinfettare) tutte le aree utilizzate dalla persona positiva, come uffici, aule, mense, bagni e aree comuni. Continuare con la pulizia e la disinfezione ordinaria. Inoltre, è fondamentale collaborare con il Dipartimento di Prevenzione, per agevolare le attività di contact tracing. Se un alunno/operatore scolastico risulta COVID-19 positivo, il Dipartimento di Prevenzione valuterà di prescrivere la quarantena a tutti gli studenti della stessa classe e agli eventuali operatori scolastici esposti come contatti stretti. La chiusura di una scuola o parte della stessa dovrà essere valutata in base al numero di casi confermati e di eventuali cluster e del livello di circolazione del virus all’interno della comunità.

Cosa si deve fare nel caso di un numero elevato di assenze in una classe?

Il referente scolastico per il COVID-19 deve comunicare al Dipartimento di Prevenzione se si verifica un numero elevato di assenze improvvise di studenti in una classe o di insegnanti. Il Dipartimento effettuerà un’indagine epidemiologica per valutare le azioni di sanità pubblica da intraprendere, tenendo conto della presenza di casi confermati nella scuola o di focolai di COVID-19 nella comunità.

Nella scuola primaria gli alunni in classe devono indossare sempre la mascherina chirurgica?

Il Comitato tecnico scientifico ha diffuso il 31 agosto delle Raccomandazioni tecniche in cui precisa che nell’ambito della scuola primaria, per favorire l’apprendimento e lo sviluppo relazionale, la mascherina chirurgica può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro e l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto).

Nella scuola secondaria la mascherina va sempre indossata dagli alunni quando sono in classe?

Nella scuola secondaria, anche considerando una trasmissibilità analoga a quella degli adulti, secondo le Raccomandazioni tecniche del Comitato tecnico scientifico, la mascherina chirurgica può essere rimossa in condizione di staticità con il rispetto della distanza di almeno un metro, l’assenza di situazioni che prevedano la possibilità di aerosolizzazione (es. canto) e in situazione epidemiologica di bassa circolazione virale come definita dalla autorità sanitaria.

Fonte: Ministero della Salute

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