Come capire se si è a rischio contagio Covid-9?
Sintomi
Quali sono i sintomi di una persona con COVID-19?
I sintomi di COVID-19 variano sulla base della gravità della malattia, dall’assenza di sintomi (essere asintomatici) a presentare febbre, tosse, mal di gola, debolezza, affaticamento e dolore muscolare e nei casi più gravi, polmonite, sindrome da distress respiratorio acuto, sepsi e shock settico, che potenzialmente portano alla morte.
I sintomi più comuni di COVID-19 sono:
- febbre ≥ 37,5°C e brividi
- tosse di recente comparsa
- difficoltà respiratorie
- perdita improvvisa dell’olfatto (anosmia) o diminuzione dell’olfatto (iposmia), perdita del gusto (ageusia) o alterazione del gusto (disgeusia)
- raffreddore o naso che cola
- mal di gola
- diarrea (soprattutto nei bambini).
Alcune persone sono più a rischio di altre?
Le persone anziane di età superiore ai 70 anni e quelle con patologie preesistenti, come ipertensione arteriosa, problemi cardiaci, diabete, malattie respiratorie croniche, cancro e i pazienti immunodepressi (per patologia congenita o acquisita, trapiantati o in trattamento con farmaci immunosoppressori) hanno maggiori probabilità di sviluppare forme gravi di malattia.
Anche i bambini sono a rischio di infezione e qual è il loro potenziale ruolo nella trasmissione del virus?
I bambini costituiscono una percentuale molto bassa dei casi COVID-19 segnalati: circa l’1% di tutti i casi segnalati ha età inferiore a 10 anni e il 4% ha età compresa tra 10 e 19 anni.
I bambini sembrano avere la stessa probabilità degli adulti di essere infettati, ma presentano un rischio molto inferiore rispetto agli adulti di sviluppare sintomi o forme gravi di malattia.
In caso di sintomi o dubbi a chi mi posso rivolgere?
In caso di sintomi o dubbi, rimani in casa, non recarti al pronto soccorso o presso gli studi medici ma chiama al telefono il tuo medico di famiglia, il tuo pediatra o la guardia medica. Oppure chiama il numero verde regionale.
Altri numeri utili
Quando una persona è contagiosa?
Il periodo infettivo può iniziare uno o due giorni prima della comparsa dei sintomi, ma è probabile che le persone siano più contagiose durante il periodo sintomatico, anche se i sintomi sono lievi e molto aspecifici. Si stima che il periodo infettivo duri 7-12 giorni nei casi moderati e in media fino a due settimane nei casi gravi.
Diagnosi
Quando è necessario effettuare il tampone per la ricerca del SARS-CoV-2?
L’indicazione ad eseguire il tampone è posta dal medico in soggetti con sintomi compatibili con COVID-19.
Se le risorse lo consentono, è opportuno considerare di testare i contatti asintomatici al termine della quarantena.
Nel caso di focolai che coinvolgano strutture ospedaliere, lungodegenze, RSA o altre strutture residenziali per anziani il test va offerto ai residenti e a tutti gli operatori sanitari coinvolti.
Sottoporsi privatamente ad analisi di sangue o altri campioni biologici permette di sapere se si è contratto il nuovo coronavirus (SARS-CoV-2)?
Allo stato attuale dell’evoluzione tecnologica l’approccio diagnostico standard rimane quello basato sulla ricerca dell’RNA virale nel tampone rino-faringeo. I tamponi per la ricerca di SARS-CoV-2 possono essere erogati solo da operatori specializzati, che fanno capo al dipartimento di prevenzione della ASL competente per territorio e l’analisi molecolare per infezione da SARS-CoV-2 va eseguita presso i laboratori di riferimento regionali e laboratori aggiuntivi individuati dalle Regioni secondo le modalità e le procedure concordate con il Laboratorio di Riferimento Nazionale dell’Istituto Superiore di Sanità.
I test sierologici, pur risultando importanti nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale, non sono attualmente dirimenti per la diagnosi di infezione in atto, in quanto l’assenza anticorpi, non esclude la possibilità di un’infezione in fase precoce, con relativo rischio che un individuo, pur essendo risultato negativo al test sierologico, risulti contagioso. Inoltre, per ragioni di possibile cross-reattività con altri patogeni simili (come altri coronavirus della stessa famiglia), il rilevamento degli anticorpi potrebbe non essere specifico per SARS-CoV-2, quindi persone che in realtà hanno avuto altri tipi di infezioni e non COVID-19 potrebbero risultare positive alla ricerca degli anticorpi per SARS-CoV-2.
Inoltre, non esiste alcun test rapido validato per la diagnosi di contagio virale o di COVID-19.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta attualmente valutando circa 200 nuovi test rapidi basati su differenti approcci e che sono stati portati alla sua attenzione.
Posso sottopormi a test rapidi o ad analisi per la ricerca di anticorpi contro SARS-CoV-2?
Allo stato attuale il Comitato Tecnico Scientifico (CTS) ritiene che l’approccio diagnostico standard rimane quello basato sulla ricerca dell’RNA nel tampone rino-faringeo.
I test sierologici, pur risultando importanti nella ricerca e nella valutazione epidemiologica della circolazione virale, non sono attualmente dirimenti per la diagnosi di infezione in atto, in quanto l’assenza anticorpi, non esclude la possibilità di un’infezione in fase precoce, con relativo rischio che un individuo, pur essendo risultato negativo al test sierologico, risulti contagioso. Inoltre, per ragioni di possibile cross-reattività con altri patogeni simili (come altri coronavirus della stessa famiglia), il rilevamento degli anticorpi potrebbe non essere specifico per SARS-CoV-2, quindi persone che in realtà hanno avuto altri tipi di infezioni e non COVID-19 potrebbero risultare positive alla ricerca degli anticorpi per SARS-CoV-2.
Inoltre, si conferma che non esiste alcun test rapido basato sull’identificazione di anticorpi (sia di tipo IgM che IgG) diretti verso SARS-CoV-2 validato per la diagnosi di contagio virale o di COVID-19.
L’Organizzazione Mondiale della Sanità sta attualmente valutando circa 200 nuovi test rapidi basati su differenti approcci e che sono stati portati alla sua attenzione.
Chi si occupa dell’erogazione dei tamponi per la ricerca di SARS-CoV-2 sul territorio?
I tamponi per la ricerca di SARS-CoV-2 non vengono erogati dal numero di pubblica utilità del Ministero della Salute 1500, né direttamente dal medico di medicina generale (MMG), dal pediatra di libera scelta (PLS) o dalla guardia medica, ma da operatori specializzati che fanno capo al Dipartimento di prevenzione della Asl competente per territorio.
In caso di dubbi o sintomi contattare telefonicamente il proprio medico di famiglia. Se il medico riterrà opportuno effettuare un test, fornirà indicazioni su come procedere per l’eventuale segnalazione alla Asl di competenza.
Quando si può dichiarare guarito un caso confermato di COVID-19?
Un paziente può considerarsi guarito quando risolve i sintomi dell’infezione da COVID-19 e risulta negativo in due tamponi consecutivi, effettuati a distanza di 24 ore uno dall’altro, per la ricerca di SARS-CoV-2.
Fonte: Ministero della Salute
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