Dalla sicurezza alle certificazioni: come vendere alla GDO

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certificazione grande distribuzione

Dalla sicurezza alle certificazioni: come vendere alla GDO

Una qualunque ricerca online su “come vendere alla GDO” mostra una serie di articoli dedicati alla strategie di marketing per entrare nelle grazie dei buyer. In queste risorse vengono menzionate le tecniche più efficaci per “fare colpo” sul potenziale acquirente di turno e arrivare a piazzare i propri prodotti all’interno dei supermercati. In effetti questo è un passaggio cruciale, forse il più difficile da intraprendere. Peccato che, per vendere nella GDO, sia necessario possedere alcuni requisiti che non dipendono dai buyer o dalla qualità dei prodotti proposti. Prima di elaborare un piano di vendita, occorre infatti collezionare determinate certificazioni senza le quali l’accesso alla Grande Distribuzione Organizzata è precluso.

Dalla sicurezza al protocollo igienico-sanitario HACCP, esistono diverse certificazioni che toccano tematiche trasversali e che dimostrano l’adozione di metodologie di lavoro e distribuzione conformi agli standard della GDO. Conoscere queste certificazioni rappresenta dunque il primo, effettivo passo da compiere lungo la strada della grande distribuzione, non solo per la vendita in Italia ma anche per la vendita all’estero (Francia, Germania, Spagna…). Data la natura internazionale della grande distribuzione, è chiaro infatti che ogni standard e quindi ogni certificazione devono essere riconosciuti da tutti i paesi nei quali operano i gruppi della GDO. Vediamo quindi i principali standard diffusi al giorno d’oggi.

IL GLOBAL GAP (GOOD AGRICULTURAL PRACTICE)

Uno degli standard che permette di accedere alla GDO si chiama Global GAP, dove GAP sta per Good Agricultural Practice. Si tratta di un protocollo di misure di sicurezza e qualità valido sia per aziende agricole singole (opzione 1), sia per associazioni di produttori (opzione 2). Il Global GAP può essere integrato a discrezione del datore di lavoro o del titolare d’impresa dal modulo GRASP (Globalgap Risk Assesment on Social Practice, ovvero Valutazione dei Rischi nelle Pratiche Sociali) concernente i diritti dei lavoratori. La titolarità del GRASP viene segnalata nel database del Global GAP, rafforzando così le credenziali del potenziale fornitore anche per la successiva fase di presentazione ai buyer.

 

 

CERTIFICAZIONE IFS (INTERNATIONAL FOOD STANDARD)

La seconda opzione per chi punta a entrare nella GDO è la certificazione IFS, acronimo di International Food Standard. Anche qui ci troviamo di fronte a un protocollo formato da un insieme di requisiti tecnici, come il sistema di gestione della qualità e sicurezza dei prodotti alimentari, la responsabilità della direzione, la gestione delle risorse, la pianificazione e il processo di produzione, le misurazioni, l’analisi e il miglioramento, la food defense, le ispezioni esterne… Da segnalare come l’IFS sia uno standard promosso, fra gli altri, anche dal nostro paese (oltre che dalla France e dalla Germania), da sempre in prima linea nello sviluppo di modelli di business d’eccellenza nel campo agroalimentare.

 

 

LO STANDARD BRC (BRITISH RETAIL COUNCIL)

Ideatore e promotore del BRC è invece il British Retail Council, organizzazione britannica che ha stabilito le linee guida di una certificazione oggi adottata da milioni di imprese in Europa e non solo. I requisiti richiesti dalla norma di riferimento includono la gestione della qualità SGQ, la metodologia del piano di autocontrollo HACCP, le “Good Manufacturing Practice”, le “Good Hygiene Practice” e infine le “Good Laboratory Practice”. Come per il Global GAP e l’IFS, il BRC risulta perfettamente integrabile con Sistemi di Gestione e sistemi ISO 9001, ISO 22000 e ISO 14001, permettendo quindi all’azienda di consolidare la propria struttura in un mercato sempre più globale e sempre più competitivo.

 

 I VANTAGGI DEGLI STANDARD GLOBAL GAP, IFS E BRC

Come abbiamo spiegato in apertura, le certificazioni Global GAP, IFS e BRC sono indispensabili per vendere alla GDO. La loro funzione tuttavia non si esaurisce nella sola ottica della Grande Distribuzione Organizzata. Disporre di questi modelli rende l’azienda più efficiente, più moderna e più responsabile nei confronti dei consumatori. Tra i vantaggi possiamo citare a titolo di esempio la limitazione delle conseguenze legali in caso di incidente, il rispetto dei parametri considerati nei controlli a campione da parte delle autorità, e ancora il miglioramento della sicurezza alimentare, la riduzione degli sprechi e dei richiami dei prodotti… Questi e altri vantaggi rendono l’adozione delle certificazioni per la GDO un vero e proprio investimento di lungo termine, con ricadute positive su tutti i livelli, dal fatturato alla sicurezza fino alla brand awareness.

 

LA VERIFICA DEI REQUISITI PER VENDERE ALLA GDO

Per verificare quali requisiti è necessario adottare e quali invece sono già in essere prima di affrontare un iter di certificazione, è importante affidarsi alla consulenza di esperti di settore. I nostri consulenti Global GAP, IFS e BRC sono in grado di analizzare qualunque scenario e preparare una road map di azioni per fare propria la certificazione scelta e passare alla successiva fase di ricerca buyer. Lavoriamo in tutto il Lazio, in Campania e nel resto d’Italia anche grazie a info point locali. Per maggiori informazioni ti consigliamo di visitare la pagina Contatti e compilare senza impegno il form con la tua richiesta. Un nostro responsabile provvederà a contattarti nel minor tempo possibile per rispondere a ogni tua domanda!

 

 

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