Radiazioni non ionizzanti

Radiazioni Non Ionizzanti (NIR): effetti, rischi e sicurezza sul lavoro

Radiazioni Non Ionizzanti (NIR): Rischi, Effetti sulla Salute e Norme di Sicurezza

Le radiazioni non ionizzanti (NIR) fanno parte delle radiazioni elettromagnetiche che, pur non avendo energia sufficiente per ionizzare la materia, possono causare effetti biologici significativi, con potenziali ripercussioni sulla salute. L’esposizione prolungata o intensa a queste radiazioni richiede quindi un’attenta valutazione del rischio, in particolare in ambito lavorativo e urbano.

In questo articolo analizzeremo:

  • Cosa sono le NIR
  • I principali effetti biologici e sanitari
  • Le sorgenti più comuni: elettrodotti, stazioni radio base, impianti radiotelevisivi
  • Le normative di riferimento e gli obblighi per aziende e enti pubblici

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Cosa sono le Radiazioni Non Ionizzanti (NIR)

Le NIR sono radiazioni elettromagnetiche che non ionizzano gli atomi, ma possono indurre alterazioni termiche, meccaniche e bioelettriche nei tessuti biologici.

Le principali fonti di radiazioni non ionizzanti comprendono:

  • Campi elettrici e magnetici a bassa frequenza (ELF)
  • Radiofrequenze (RF)
  • Infrarossi (IR)
  • Luce visibile
  • Ultravioletti (UV)

Effetti biologici e sanitari delle NIR

Effetti a breve termine

Si manifestano in seguito a esposizioni intense e di breve durata. I sintomi includono:

  • Stimolazione dei tessuti nervosi o muscolari
  • Effetti termici (aumento di temperatura nei tessuti esposti)

Effetti a lungo termine

Emergono con esposizioni prolungate anche a bassi livelli. Sebbene non siano ancora completamente definiti, studi epidemiologici ipotizzano:

  • Aumento del rischio di patologie neurodegenerative
  • Alterazioni del sistema endocrino
  • Possibili effetti cancerogeni (ancora oggetto di studio)

Parametri fondamentali delle onde elettromagnetiche

Le NIR si propagano come onde elettromagnetiche caratterizzate da:

  • Ampiezza
  • Lunghezza d’onda
  • Frequenza

All’aumentare della frequenza, la lunghezza d’onda diminuisce e cresce l’energia trasportata. Quando queste onde incontrano un ostacolo, cedono parte della loro energia al materiale, generando effetti diversi a seconda della frequenza e del tipo di ostacolo.


Le principali sorgenti di esposizione: RF ed ELF

Le più comuni fonti di esposizione ambientale e professionale includono:

Radiofrequenze (RF)

  • Stazioni radio base per la telefonia mobile
  • Impianti radiotelevisivi

Queste sorgenti, tipiche dei contesti urbani e industriali, emettono RF che penetrano nei tessuti superficiali e possono provocare riscaldamento locale.

⚡ Campi a Frequenze Estremamente Basse (ELF)

  • Elettrodotti
  • Apparecchiature industriali
  • Sistemi di trasporto e distribuzione dell’energia elettrica

Gli ELF influenzano soprattutto i sistemi nervoso e muscolare, a causa dell’interazione con i segnali elettrici del corpo umano.


Contesto normativo e misure di prevenzione

L’attenzione crescente verso la tutela della salute nei luoghi di lavoro ha portato all’introduzione di regolamenti e limiti di esposizione.

Le principali norme di riferimento includono:

  • D.Lgs. 81/08, Titolo VIII, Capo IV – Protezione dei lavoratori dai campi elettromagnetici
  • Direttiva 2013/35/UE, recepita in Italia dal D.Lgs. 159/2016
  • Linee guida ICNIRP – Commissione internazionale per la protezione dalle radiazioni non ionizzanti

Le aziende devono:

  • Valutare il rischio di esposizione ai CEM
  • Adottare misure tecniche e organizzative per la riduzione del rischio
  • Formare i lavoratori esposti

Leggi anche: Formazione obbligatoria per i lavoratori esposti a campi elettromagnetici


Percezione sociale e impatto ambientale

Negli ultimi anni, grazie alle attività di monitoraggio ambientale e alla diffusione delle informazioni da parte di enti pubblici e ARPA, si è assistito a una riduzione della percezione del rischio tra la popolazione.

Tuttavia, il dibattito pubblico rimane acceso, soprattutto in merito a:

  • Installazione di nuove antenne 5G
  • Espansione delle reti elettriche
  • Interferenze con dispositivi medici (es. pacemaker)

Conclusioni

Le radiazioni non ionizzanti, sebbene meno pericolose di quelle ionizzanti, richiedono un approccio preventivo serio e documentato, soprattutto nei contesti lavorativi e ad alta densità tecnologica.

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Luigi Giliberti
Project Manager, HSE specialist, formatore e Dpo per la protezione dei dati. Supporta da vent'anni imprese ed enti pubblici di varie dimensioni.