Rischio incendio livelli

Livelli di rischio incendio: cosa cambia con il DM 2 settembre 2021

Dal 4 ottobre 2022, data di entrata in vigore del Decreto Ministeriale 2 settembre 2021, la classificazione dei rischi incendio nei luoghi di lavoro è stata aggiornata, sostituendo la precedente suddivisione in “basso, medio e alto” del DM 10/03/1998 con una nuova struttura a tre livelli: Livello 1, Livello 2 e Livello 3. Questa revisione, parte del Codice di Prevenzione Incendi (DM 3/08/2015), mira a rendere la formazione e la gestione della sicurezza più specifiche e pratiche. In questo articolo analizziamo i dettagli di ogni livello, i criteri di classificazione e come applicarli alla tua attività.

I nuovi livelli di rischio: una panoramica

Il DM 2/09/2021 (art. 3 e Allegato I) definisce i livelli di rischio in base a fattori come la presenza di materiali infiammabili, l’affollamento, la complessità delle vie di fuga e la probabilità di propagazione di un incendio. Ecco i dettagli:
  1. Livello 1 – Rischio minimo

    • Caratteristiche: Attività con basso pericolo di incendio, pochi materiali combustibili, affollamento limitato e vie di fuga semplici.
    • Esempi: Uffici amministrativi, piccoli negozi, studi professionali con meno di 100 persone presenti contemporaneamente.
    • Formazione richiesta: Corso di 4 ore (2 ore teoria + 2 ore pratica).
    • Aggiornamento: Ogni 5 anni.
    • Obiettivo: Fornire competenze base per usare estintori e gestire evacuazioni semplici.


  2. Livello 2 – Rischio moderato

    • Caratteristiche: Attività con presenza moderata di materiali infiammabili, affollamento medio o processi che possono generare scintille o calore.
    • Esempi: Magazzini, laboratori artigianali, scuole, ristoranti, uffici con più di 100 persone.
    • Formazione richiesta: Corso di 8 ore (4 ore teoria + 4 ore pratica).
    • Aggiornamento: Ogni 5 anni.
    • Obiettivo: Preparare gli addetti a interventi più complessi, come l’uso di idranti e la gestione di emergenze coordinate.


  3. Livello 3 – Rischio elevato

    • Caratteristiche: Attività con alta probabilità di incendio, materiali pericolosi, affollamento significativo o difficoltà di evacuazione (es. presenza di persone non autosufficienti).
    • Esempi: Industrie chimiche, ospedali, depositi di gas o liquidi infiammabili, teatri, grandi stabilimenti produttivi.
    • Formazione richiesta: Corso di 16 ore (8 ore teoria + 8 ore pratica, inclusi autorespiratori).
    • Aggiornamento: Ogni 3 anni.
    • Obiettivo: Formare squadre antincendio capaci di gestire situazioni critiche e coordinare evacuazioni complesse.
Per una valutazione del livello di rischio della tua attività, scopri i nostri servizi di consulenza.


Come si determina il livello di rischio?

La classificazione non è arbitraria: si basa sulla valutazione dei rischi incendio, obbligatoria ai sensi del D.Lgs. 81/2008 (art. 17) e del DM 2/09/2021. I criteri principali includono:
  • Tipologia di materiali: Presenza di sostanze infiammabili o esplosive.
  • Affollamento: Numero di persone presenti e loro capacità di movimento.
  • Layout dell’edificio: Complessità delle vie di esodo e presenza di sistemi antincendio (es. sprinkler).
  • Processi lavorativi: Attività che generano calore, scintille o fiamme.
Il risultato della valutazione determina il livello e il tipo di formazione necessaria. Sul sito dei Vigili del Fuoco trovi linee guida per l’analisi del rischio.

Differenze con il passato

Rispetto al DM 10/03/1998, il DM 2/09/2021 introduce:
  • Maggiore enfasi sulla pratica: Tutti i corsi prevedono esercitazioni obbligatorie (es. spegnimento reale).
  • Flessibilità: I livelli si adattano meglio alla varietà delle attività moderne.
  • Aggiornamenti più frequenti: Per il Livello 3, l’aggiornamento triennale è più stringente rispetto ai 5 anni precedenti.

Implicazioni pratiche

  • Formazione specifica: Un dipendente di un ufficio (Livello 1) imparerà a usare un estintore, mentre uno in un’industria chimica (Livello 3) sarà addestrato su autorespiratori e piani di emergenza complessi.
  • CPI e controlli: Per le attività soggette al Certificato di Prevenzione Incendi, il livello di rischio influenza il numero di addetti formati. Scopri di più su Certificazioni antincendio.
  • Costi e tempi: Corsi più lunghi per i livelli superiori richiedono un investimento maggiore, ma garantiscono sicurezza proporzionata al rischio.

Un esempio concreto

In un magazzino di carta (Livello 2), un addetto formato ha usato un idrante per contenere un incendio, evitando la propagazione. Un corso di Livello 1 non sarebbe stato sufficiente per questa situazione.

Consigli per le aziende

  • Valuta il rischio: Collabora con un esperto per classificare correttamente la tua attività.
  • Pianifica i corsi: Organizza la formazione con noi: visita la pagina corsi antincendio.
  • Tieni traccia: Registra gli attestati per i controlli dei Vigili del Fuoco.

Conclusione

I livelli di rischio del DM 2 settembre 2021 offrono un approccio moderno e mirato alla sicurezza antincendio. Capire a quale livello appartiene la tua attività è il primo passo per proteggere i tuoi dipendenti. Per supporto personalizzato, contattaci tramite la pagina contatti. Per ulteriori dettagli, consulta le risorse dell’INAIL.
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Luigi Giliberti
Project Manager, HSE specialist, formatore e Dpo per la protezione dei dati. Supporta da vent'anni imprese ed enti pubblici di varie dimensioni.