Infortuni spazi confinati LDG Service

Casi di infortunio in spazi confinati e in quota: cosa ci insegnano?

Gli incidenti sul lavoro in spazi confinati e durante i lavori in quota rappresentano una delle principali cause di infortuni gravi e mortali in Italia. Ogni anno si registrano eventi tragici che, nella maggior parte dei casi, potevano essere evitati con una corretta pianificazione, formazione e uso di dispositivi adeguati. In questo articolo analizziamo alcuni casi reali, evidenziamo le cause più comuni e condividiamo le lezioni operative da applicare subito in azienda.


I numeri degli infortuni

Secondo i dati INAIL, ogni anno si verificano:

  • oltre 1.000 infortuni in spazi confinati, molti dei quali con esito fatale;
  • più di 5.000 incidenti nei lavori in quota, tra cui cadute da tetti, ponteggi e scale.

La causa più frequente? Errori procedurali, mancato uso di DPI e formazione assente o superficiale.


⚠️ Caso 1: Asfissia in spazio confinato non monitorato

Contesto: un operatore entra in una cisterna per la pulizia senza verificare la qualità dell’aria.
Errore: assenza di gas detector e autorespiratore.
Conseguenza: perdita di coscienza e morte per mancanza di ossigeno.
Lezione: il monitoraggio atmosferico è obbligatorio prima e durante l’accesso. Non bastano i sensi: molti gas sono inodori e incolori.


⚠️ Caso 2: Caduta da tetto senza linea vita

Contesto: manutenzione di un impianto fotovoltaico su copertura inclinata.
Errore: assenza di linea vita e mancato utilizzo dell’imbracatura.
Conseguenza: caduta da 7 metri, fratture multiple e invalidità permanente.
Lezione: ogni lavoro in quota richiede sistemi anticaduta conformi e ben installati, anche se “dura solo 5 minuti”.


⚠️ Caso 3: Soccorritore morto nel tentativo di salvataggio

Contesto: un lavoratore sviene in un pozzetto; un collega tenta di recuperarlo senza DPI.
Errore: assenza di procedura di emergenza e DPI per entrambi.
Conseguenza: due morti per esalazioni tossiche.
Lezione: mai entrare in spazi confinati senza attrezzature e addestramento specifico. Il soccorso deve essere pianificato e affidato a personale preparato.


Le cause più frequenti di infortunio

Causa Esempi
Mancata valutazione del rischio Nessun DVR specifico per spazi confinati o quota
DPI assenti o non indossati Imbracature, autorespiratori, rilevatori gas
Formazione inadeguata Nessun addestramento pratico o aggiornamento
Mancanza di supervisione Nessun preposto durante l’intervento
Procedure inesistenti o non applicate Nessun permesso di lavoro, piano di emergenza solo “sulla carta”

✅ Le buone pratiche da adottare subito

✔ Redigere o aggiornare il DVR per spazi confinati e lavori in quota
✔ Applicare la procedura per il permesso di lavoro prima di ogni intervento
✔ Dotare i lavoratori di DPI adeguati e certificati CE
✔ Organizzare formazione e addestramento periodico con simulazioni
✔ Pianificare e testare il piano di emergenza e recupero
✔ Mantenere sempre la comunicazione tra interno ed esterno


⚖️ Conseguenze legali per il datore di lavoro

Violazione Sanzione
Infortunio per mancato addestramento Fino a €6.000 per lavoratore
Mancata valutazione del rischio specifico Responsabilità penale in caso di incidente
DPI assenti o non idonei Sanzioni amministrative e interdizione attività
Nessun piano di soccorso Denuncia per omicidio colposo se c’è un decesso

 

Normativa generale

D.Lgs. 81/2008Testo Unico sulla Salute e Sicurezza sul Lavoro

  • Articoli principali:
    • Art. 17 – Obblighi del datore di lavoro (redazione DVR)
    • Art. 18, 26, 28, 36, 37, 71, 77, 121 – Obblighi generali in materia di valutazione dei rischi, informazione, formazione, uso DPI e attrezzature
  • Titolo III – Uso delle attrezzature di lavoro e dei DPI
  • Titolo IV – Cantieri temporanei o mobili
  • Allegato IV – Requisiti degli ambienti di lavoro, inclusi quelli confinati

Normativa specifica sugli spazi confinati

D.P.R. 14 settembre 2011, n. 177

“Regolamento per la qualificazione delle imprese operanti in ambienti sospetti di inquinamento o confinati”

  • Obbliga le imprese a:
    • Dimostrare esperienza specifica pregressa
    • Garantire formazione e addestramento pratico al personale
    • Dotarsi di procedure, DPI, piano di emergenza e dispositivi di recupero
    • Eseguire interventi solo con lavoratori idonei e sorvegliati

Norme tecniche UNI di riferimento

UNI 11577:2015

Dispositivi di accesso e recupero per lavori in spazi confinati

UNI 11719:2018

Figure professionali operanti in spazi confinati o sospetti di inquinamento – Requisiti di conoscenza, abilità e competenza

UNI EN 689 e UNI EN ISO 16000

Valutazione dell’esposizione a sostanze pericolose e qualità dell’aria in ambienti confinati


Norme internazionali correlate

ISO 45001:2018

Sistema di gestione per la salute e sicurezza sul lavoro (occupational H&S management systems)


Altri riferimenti utili

  • Circolare Ministero del Lavoro n. 33/2009 – Chiarimenti operativi su ambienti confinati
  • Linee guida regionali (es. Regione Lombardia, Emilia-Romagna) – Spesso integrano obblighi e buone pratiche specifiche

Conclusione

Ogni infortunio è una lezione concreta su ciò che non deve mai accadere. Gli spazi confinati e i lavori in quota richiedono massima preparazione, disciplina e cultura della prevenzione. Non esistono interventi di “pochi minuti” o “abbastanza sicuri”: la sicurezza è una scelta quotidiana e strategica.


Vuoi verificare se la tua azienda è davvero protetta?

LDG Service ti offre:

  • Audit di sicurezza mirato
  • Formazione con simulazioni
  • Assistenza nella redazione di DVR, permessi e procedure

Contattaci ora per una consulenza gratuita con i nostri tecnici qualificati.

avatar dell'autore
Luigi Giliberti
Project Manager, HSE specialist, formatore e Dpo per la protezione dei dati. Supporta da vent'anni imprese ed enti pubblici di varie dimensioni.